Tra Picolit e Ramandolo
Mar 28th, 2008 by uvetta
Destino volle ieri mattina che io passassi per la primissima volta dal blog di Mariluna e ci trovassi esattamente quel che stavo cercando. Cercavo infatti l’ispirazione per preparare una cosina da tagliere, per l’abbinamento a una delle nostre degustazioni periodiche, il formaggio c’era, il salame pure, il pane buono preso… serviva giusto una tortina, pensavo ad un dolce ma non avevo chiaro in mente nulla di preciso, quando si sono materializzate queste bellissime tartellette, nè dolci nè salate e strabordanti di gusto e profumo. Il tema della serata dopo il primo approccio della volta scorsa, era di nuovo il Friuli con i suoi vitigni autoctoni, questa volta a bacca bianca. In programma due vini bianchi secchi, Tocai Friulano 2006 e Malvasia Istriana 2003, seguiti da due bianchi da dessert il Picolit 2005 di Az. Agr. La Tunella e il Ramandolo Docg 2002 di Dario Coos. In mezzo a questi ultimi ci sono finite queste tartellette con gorgonzola, miele e pere Kaiser, così buone da essere già in sè stesse equilibrate, riassunto burroso e perfetto di ingredienti tutti adatti all’abbinamento a grandi vini da dessert.
Tartellette con pere e gorgonzola
Ingredienti (per 10 monodose)
per la pasta:
200 gr di farina 00
100 gr di burro
1 tuorlo
1 cucchiaio di semi di papavero
1 presa di sale
per il ripieno:
1 pera Kaiser
120 gr di gorgonzola dolce
10 cucchiaini scarsi di miele millefiori
La pasta è di nuovo una brisè coi semi di papavero, bellina davvero, tanto che anche Mariluna è stata contagiata da Campodifragole come me l’altro giorno. Si mettono in una terrina tutti gli ingredienti con il burro morbido tagliato a tocchetti, si impasta aggiungendo un po’ d’acqua se necessario, e si ottiene una pasta morbida e omogenea da tenere in frigo una mezz’ora. Poi la si stende col mattarello e con un tagliapasta si ottengono dei dischi grandi all’incirca quanto un cd. Si mettono ognuno su un pezzo di carta da forno, si stendono ancora bene col mattarello e si posizionano all’interno degli stampini monouso tipo da muffin o sformatino. Io qui per ragioni di tempo ho saltato la cottura in bianco e ho riempito con qualche tocchetto di pera sbucciata e fatta a dadini, la punta di un cucchiaino di miele, qualche tocchetto di gorgonzola dolce e un’altra punta di miele. Poi ho infornato il tutto a 180° in forno già caldo per 20 minuti.
Riflettevo sulla bellezza della parola ‘ramandolo’, che se non ricordo male è il nome di una frazione del comune di Nimis, dove si produce questa varietà di Verduzzo, il Verduzzo giallo, poco produttivo e per questo dai frutti dolcissimi e concentrati. Mi sembra che il nome evochi il colore del rame e della mandorla, dell’uva e del vino che ieri sera aveva in effetti un bel giallo ambrato chiaro e con profumi netti di frutta secca e sidro, in questo caso intrecciati a note molto più eteree di smalto e ceralacca, su di un sottofondo dolce di miele e di fiori. Una dolcezza estremamente composta al palato e ben sorretta dalla nota fresca hanno reso questo bel vino di Dario Coos piacevolissimo e ben equilibrato, peccato pecchi appena appena di persistenza gustativa, probabilmente a causa dell’annata un po’ troppo piovosa.
Un altro affascinante pezzo di storia della viticoltura il Picolit, dal colore intenso del topazio, luminoso come una pietra preziosa e di grande beva nonstante la giovane età e la potente morbidezza. I profumi ampi di frutta esotica e albicocche secche, di confetteria e di miele di tiglio trovano all’assaggio una splendida corrispondenza gustativa, un vino pieno di personalità ed eleganza, e che di sicuro evolverà brillantemente nei prossimi anni.
Alla fine malgrado punteggi tecnici sensibilmente diversi, messi a confronto nessuno dei due è risultato più buono dell’altro, proprio perchè ognuno esprime con forza il proprio legame al territorio di origine.
Direi “de gustibus”, perdonami, ma per me sono due vini che onestamente ho fatica ad abbinare a formaggi in genere, in particolare al gorgonzola. Preferisco, per questo formaggio, una maggiore acidità, e meno zuccheri, e quindi gioco sui muffati. Se non fosse un dolce, la sola alternativa che potrei concedere al Piccolit e non al Ramandolo è una scaloppa di foie gras.
Marco
Marco, all’assaggio entrambi questi vini sono risultati freschi e specialmente il Ramandolo di Dario Coos non molto dolce, per cui l’abbinamento con la tartelletta, che oltre al gorgonzola conteneva il miele e la pera a bilanciare la grassezza, tecnicamente ha funzionato molto bene. Purtroppo si tende spesso a fare delle generalizzazioni, non considerando che ogni vino può essere diverso se bevuto in momenti diversi della sua evoluzione, no?
E’ comunque vero che il gorgonzola richiede vini freschi e di spiccata personalità olfattiva. Sulla scaloppa di foie gras, a proposito di muffati, vedrei di certo molto meglio un Tokaj Aszù. De gustibus :-)
Ho deciso di non bere più il Tokaj per ripicca verso la malparata al nostro ex ormai “Friulano”, un caro amico, che lavora a vive a Pest, ci è rimasto male quando abbrancciandolo e baciandolo ho rifiutato 2 bottiglie da 6 puttonyos. Quando sono str*** lo sono fino in fondo ;)
Marco
Beh, bel coraggio che hai avuto! per quanto trovi anche io assurda la perdita del nome per il Tocai Friulano con tutti gli annessi e connessi, da quando sono stata a Budapest e a Tokaj sento che è nata in me una certa dipendenza… :-)
Sono stato da La Tunella all’inizio di marzo ed ho assaggiato l’altro loro passito, il Noans, che è un blend di diversi vitigni, lo conosci? Personalmente mi ha colpito molto…
ahhhhh……….un colpo al cuore! anche io voglio assolutamente andarci! dicono che l’azienda sia molto bella, cosa mi dici?
Sì, conosco il Noans molto bene, assemblaggio di riesling, sauvignon e gewurztraminer appassiti e parzialmente botritizzati. Anni fa mi aveva impressionato, invece l’ultima volta che l’ho riassaggiato l’ho trovato stucchevole. Mi chiedo ancora se sia stato per via dell’annata, o della bottiglia, o se sono cambiata io…. vedi, devo proprio andare a togliermi ’sto dubbio :-)
eh eh in effetti merita veramente, hanno un livello di tecnologia davvero molto molto alto… Secondo me è stata l’annata e ti spiego il perchè: qualche giorno fa ero ad un concorso enologico in Alto Adige, e fra i commissari c’era un signore di Udine che conosce bene l’Azienda e mi ha fatto il tuo stesso discorso… però ti confermo che quello che ho assaggiato, e se non sbaglio era già il 2007, era davvero notevole… del resto il 2007 in generale per l’appassimento è stata un’ottima annata, anche l’ “Ailanto”, che è quello che produciamo noi, ci sta dando molte soddisfazioni…
La Tunella ! Ah, è l’amore della mia vita. Consiglio anche il Verduzzo della stessa azienda
Rossella benvenuta, buongustaia!!
ps. mamma ma che foto belle fai tu? :-)
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