uvAromatica

Ieri il mio rientro a casa è stato segnato da una nevicata tardiva da brivido. Anomala un bel po’ considerando il calendario ma soprattutto considerando che si è trattato di un fragoroso temporale con fior di tuoni, solo che invece di piovere acqua pioveva neve. Questo evento climatico sommato al vuoto cosmico che regnava sovrano nel mio frigorifero e all’inevitabile impatto emotivo dovuto al passaggio da +30° C a +3° C, ha sviluppato in me un improvviso e irrefrenabile desiderio di piatto rassicurante da cucina povera. Fortuna che avevo in casa l’ultimo sacchetto di borlotti dell’orto congelati, e poco altro in dispensa.

Pasta e fagioli con pane fritto alla paprikaIngredienti per 4/5 porzioni430 gr di fagioli borlotti freschi o congelati (oppure se secchi metterli a bagno la sera prima)1 scalogno2 cucchiai di polpa di pomodoro2,5 lt acquasale qb4 cucchiai Olio Extra Vergine 200 gr di pappardelle all’uovo spezzettate (oppure maltagliati)pepeper i crostini -a porzione:1 fetta di pane in cassetta integrale (o altro pane)un cucchiaino di paprika dolce in polvere un cucchiaio abbondante di olio extra verginesaleTritare finemente lo scalogno e soffriggerlo leggermente nell’olio, aggiungere i fagioli sgranati e lavati e il pomodoro, allungare l’acqua, salare e portare a cottura a fuoco dolce per circa un paio d’ore o finchè i fagioli saranno del tutto morbidi. Controllare che ci sia ancora una quantità di brodo sufficiente per far cuocere la pasta, ed eventualmente aggiungere altra acqua aggiustando anche di sale. Spezzare le pappardelle e farle cuocere nei fagioli. Far riposare una decina di minuti. Intanto spalmare la paprika su un solo lato delle fette di pane, e friggerle solo dall’altro lato in una padella antiaderente con poco extra vergine e sale. Non farsi cogliere dalla tentazione di girarle un attimo dal lato paprika perchè -vi assicuro- si carbonizzano all’istante :-). Servire la pasta e fagioli con un filo d’olio a crudo, una grattata di pepe e il pane fritto alla paprika e gustare il piatto con la consapevolezza che ormai non può che essere l’ultimo scampolo d’inverno.

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