uvAromatica

A Lucedio forse la cosa che sono stata più contenta di ‘incontrare’ è stato il burro 1889 delle Fattorie Fiandino che grazie a Sandra conosciamo già abbastanza bene, vero? Una meraviglia di cremosa avvolgenza, piacevolmente, appena salato :) E altrettanto buoni sono i loro formaggi tutti ottenuti da latte vaccino e con il solo utilizzo di caglio vegetale. Certamente un po’ per palati fini, ma la differenza di pannosità e gusto è ragguardevole, da ricercare e riprovare assolutamente. Non sapevo che Naturia ne fosse il distributore, e in effetti lo è diventato solo dallo scorso giugno, e soprattutto non sapevo che il responsabile commerciale di Fattorie Fiandino fosse Lelio Bottero, che è stato in buona parte responsabile del successo di Birra Baladin. Decisamente un personaggio da conoscere (uno che sul suo biglietto da visita mette una sua micro caricatura vestito da cowboy in sella a una mucca, e con una ruota di formaggio sotto il braccio ha sufficiente spirito critico e ironia da vendere, controcorrente rispetto a quanti invece ‘del settore’ si prendono un po’ troppo sul serio, no?)con cui in quattro parole ci siamo detti secondo me molto, compreso il fatto che virtualmente ci conoscevamo già.

A fianco giustamente i salumi di Chiapella, sempre una conferma ad altissimo livello non solo per i loro salami ma anche per il lardo, la coppa (che letteralmente si scioglieva in bocca) e da non sottovalutare il prosciutto cotto a vapore, un gusto che definirei sorprendente, delicato, buono e stellare.

Il Mercante di Spezie, chi conosce Eataly conosce anche loro, che tra zenzero, sale delle Haway, Pepe della Giamaica, e una varietà infinita di spezie e sali agrumati e speziati, c’è da perdersi in lungo viaggio attraverso l’oriente e i suoi profumi.

Una vecchia affermata conoscenza anche il Mongetto, famosisimi i loro peperoncini ripieni sott’olio, sono innumerevoli le salsine e le confetture, i sughi, le bruschette, le mostarde da apprezzare nelle più varie occasioni. Spettacolare la crema di Capperi di Salina, la grinta del meridione chiusa in un vasetto. Mi riprometto da anni di passare un weekend nel loro agriturismo, chissà se adesso che ho tempo… (ho tempo?)

Si apre una lunga parentesi di dolci, cioccolato, biscotti e frolle delle più fantasiose pasticcerie artigianali, e di piccoli laboratori dove la ricerca delle materie prime di qualità assoluta fa la differenza oltre che la fortuna di sapori autentici, dove l’industria alimentare non potrà mai arrivare, e le mani laboriose di chi cucina per hobby come me, quasi quasi nemmeno…

Il Cioccolato del Sicomoro, non so quanto siano famosi ’sti ragazzi ma per me sono da tenere d’occhio… fanno un cremino a forma di torta, alto tipo sei centimetri per 22 di diametro che solo a vederlo c’è da svenire. Non aggiungo altro ;)

I biscotti di Primo Pan, Beatrice ne ha letteralmente fatto una scorpacciata… anche questa una bella conferma. Personalmente adoro i loro Nocciolì, ma nella mia caffetteria di fiducia spopolano le Farinele e le Foglie di Mais. Sono graziosissime le scatole, ma niente male il sacco scorta-famiglia, per farci budini e merende meravigliosi.

E che dire di Daniella? a parte il fatto che il loro stand era forse quello peggio presidiato (ci sono passata davanti almeno quattro volte e non c’era mai nessuno), un vero peccato perchè mi reputo una loro fan da diversi anni, e mi sarebbe proprio piaciuto stringere qualche mano e complimentarmi per la gamma di piccole frolle deliziose e biscotti buonissimi, e soprattutto avrei fatto una standing ovation per la torta di nocciola, l’unica senza farina in commercio, soffice come una nuvola.

E’ la volta poi dei canestrelli biellesi di BiBiel, una cialda croccante e un ripieno cremoso, da affiancare a un calice di passito di Caluso, ad esempio. Loro producono anche dei mini plum cake morbidissimi con la frutta e con il cioccolato. Da urlo.

Su Corsini c’è poco da dire, tutti i loro prodotti sono ottimi e conosciuti. A me piace ogni tanto comprare i loro biscottoni per la colazione, ma soprattutto adoro il panforte nero e da oggi anche i ricciarelli.

Una nota di poesia negli oli extra vergine toscani del Frantoio Franci, dalla Val d’Orcia, solo a sentire spiegare la loro posizione tra vedute di colline e borghi medievali, tra i vigneti del Brunello e gli uliveti, viene voglia di andarli a trovare sul posto prima possibile. Anche perchè il frantoio nel periodo di raccolta e spremitura delle olive rimane aperto tutti i giorni, dunque è possibile fruire del valore aggiunto di vedere i macchinari in funzione e godere dei profumi e dei colori suggestivi dell’autunno toscano. I loro oli hanno colori bellissimi di oro e ambra con sfumature intense di giallo e di verde, e profumi fruttati delicati e irruenti, e tipologie ben definite e diversificate a seconda delle cultivar usate e del loro grado di maturazione.

Immancabile infine una rassegna di grandi vini nelle più varie declinazioni. Dallo Champagne Jacquart, alle bollicine di Langa del Castello di Neive, dalle Vigne Irpine alla Sicila di Florio e del Duca di Salaparuta, passando per la Valtellina e Montalcino con capatina a Sorrento per il miglior Limoncello che ci sia…

 

La chiudo qua, che sto peccando di buonismo…oltre che di gola. Ciao!

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