Focaccine H24
Giu 19th, 2008 by Uvetta
La particolarità di queste focaccine è che essendo io rimasta lontana dai fornelli in questi ultimi giorni mio malgrado, per la somma di qualche contrattempo e di qualche lavoro extra, la lievitazione della pasta è durata addirittura ventiquatt’ore piene piene. Mi è mancato il mio cucinino, la voglia di liberare la fantasia e avere cura di leggerezza e di fragranza si sono fatte sentire anche più del previsto. Ma prima della ricetta rimetto in ordine i pensieri e li annoto con piacere, buttando giù questa riflessione che mi gira per la testa da un po’ di giorni. Lunedì scorso sono stata a Genova per Terroir Vino. Sono tornata con questo pensiero secondo il quale talvolta i vini sono concettuali, così come lo sono anche la cucina e in definitiva le persone, talvolta il vino ha il potere di farsi concetto, espressione di un’idea, di una volontà, di un territorio certo, ma anche del contesto naturale in cui nasce, dello stile di chi lo produce e vorrebbe intervenire il meno possibile, con mano leggera, lasciando che sia il vino a emergere, il terroir a parlare, e inevitabilmente sono questi i casi in cui il vino assomiglia di più al suo produttore, mostra la stessa faccia, e se si è bravi a lasciarsi attraversare dalle emozioni e dalle sensazioni se ne coglie nell’assaggio e nel dialogo la fratellanza perfetta. Penso alla faccia seria e moderata di Mario de I Clivi, distaccata e occhialuta e fortemente espressiva, e il suo Tocai che aspetta sornione il passaggio del tempo su di sè e sul mondo, senza temere, impavido e incline a maturare. Penso a Tenuta Grillo, un campano trapiantato tra le colline del monferrato, singolare e forte la sua visione del vitigno cortese, un bianco che di bianco non ha nulla, nè il colore nè la leggerezza, un bianco che è il contrario di sè e per questo affascina e stupisce, tannico quanto un rosso e chiazzato come una tavolozza di colori ad olio. Penso alle teste bionde e alle facce allegre dei ragazzi di Verus Vinogradi, identiche al loro Sauvignon blanc, pulito e nitido ma non sfrontato, al loro Riesling appena dolce, al loro Furmint sloveno, uno straniero abile e schietto, uno sguardo aperto alla scoperta mondo.
Ora, queste focaccine saranno frutto anch’esse della mia mini trasferta genovese? In un certo senso sì, anche se dettate soprattutto da esigenze di lievitazione e tempistiche molto allungate dal fatto di non riuscire ad essere a casa se non per brevi momenti, il giusto per vedere l’impasto crescere e reimpastarlo. Fatto sta che oggi sono tornata in tempo per infornarle e gustarmene un paio ancora calde e farcite con pomodoro e olive taggiasche per pranzo :-)
Focaccine alle erbe
Ingredienti
120 gr di lievito madre
400 gr di farina manitoba
3 cucchiai di extra vergine
1 cucchiaino di miele
1 presa di sale
acqua q.b. appena tiepida
salvia e rosmarino a volontà freschi sminuzzati
emulsione:
100 ml di acqua
50 ml di extra vergine
1 cucchiaino colmo di sale
In una ciotola impastare la farina con il lievito, l’olio, il sale, il miele, aggiungendo l’acqua un po’ alla volta finchè la farina ne assorbe. Quando la consistenza lo permette, trasferire il composto sulla spianatoia e impastare energicamente per un buon quarto d’ora. Formare una palla e appoggiarla su un foglio di carta da forno, metterla al coperto in una ciotola e lasciarla lievitare per circa 6 ore. Trascorso questo tempo riprenderla, sgonfiarla e reimpastarla per qualche minuto, riformare la palla e rimetterla a lievitare per 12 ore. Sminuzzare finemente le erbe aromatiche e cospargerle sull’impasto, impastare di nuovo incorporando le erbe in modo uniforme, lasciar lievitare per altre 5 ore.
Emulsionare in un bicchiere l’acqua con l’olio extra vergine e il sale. Prendere l’impasto e dividerlo con le mani in una dozzina di pezzi, appiattirli leggermente e sistemare ogni disco sulla teglia da forno unta con olio. Spennellare generosamente con l’emulsione in modo da inumidire bene le focaccine e facendo sì che anche il fondo della teglia resti bagnato. Lasciar lievitare così per un’oretta, intanto accendere il forno a 220°. Poco prima di infornare fare con le dita i classici buchini sulle focacce, guarnire con altro rosmarino e spennellare ancora con l’emulsione. Infornare per una ventina di minuti, finchè le focaccine sarnno asciutte e dorate.
Mamma mia Uvetta.. a parte che mi mancavano le tue ricette… sto immaginando la bontà di queste focaccine cn pomodoro e olive taggiasche! deliziose!
Sei venuta a Genova??? Uff, potevi avvisare eh? ^_?
Ciao Sere, ho sbirciato anche nella tua ricetta della focaccia per farle, per cui sono proprio riuscite bene :-)
Genova è sempre bellissima, e il Palazzo Ducale proprio incantevole…
Senti ma questo pupino si comporta proprio bene, eh? Ma dimmi, ha retto tutte quelle ore di lievitazione o era un po’ acidino?
Caspita, hanno un aspetto fantastico!
Adesso che mi hai parlato della fisiognomica dei vini, giuro che non riuscirò mai più a bere vini di un nostro amico produttore. Lui è troppo “asino”…non riuscirei a rimanere seria…
Spilucchina cara, il pupino è proprio un angioletto. Sabato scorso ci ho fatto la pizza (lievitazione di corsa e impasto strabuono) e per queste focacce ho fortemente temuto la sensazione acida perchè nelle prime ore puzzettava un po’, ma poi man mano ha preso un buon profumo e il risultato a caldo era più che soddisfacente. Ho notato comunque che da quando vive in frigo è diventato più acidino il pupo…
Poverino, si sarà offeso…
Ciao uvetta ci sei mancata!!!! Ma la trasferta ti ha portato ottime ispirazioni … sia per le focaccine sia per le farcitura. Sono magnifiche!!! Buona serata!
Grazie Twostella, anche voi mi siete mancate!!
L’incipit in cui parli dei tuoi assaggi a Terroir Vino, che ho avuto il piacere di condividere insieme a te, mi ha profondamente colpito: non avevo mai pensato alla somiglianza fra vino e colui che lo produce, ma invece è proprio così…è più il produttore è “vero” e più i suoi vini trasmettono questa verità, questa sincerità e forte personalità.
Uno sguardo diverso.
Le foto delle tue focaccine alle erbe esprimono lo stesso concetto, portato al cibo.
Brava Uvetta!
Uvetta buongiorno cara!!
Che belle queste focaccine.anche se tu l’avessi tenute altre 24 h sarebbero state comunque perfette :-D meraviglia ..mi segno la ricetta subito perchè ne vado matta!
Giusta considerazone quella del vino che in pratica assomiglia molto a chi lo produce..credo che sia una cosa molto normale , volgio dire la somiglianza, soprattutto per chi crea qualcosa..io non posso certo dirmi un’artista di nessun settore , ma quando “creo” un tema per un matrimonio..mi dicono sempre..”si vede che lo hai pensato tu..”
:-D oh..ma sarà un complimento?..Bravissima tesoro come sempre e sempre super impegnata anche…:-P ma come fai?
bacione
Silvia
Vittorio ciao, vuoi dire che assomiglio alle focaccine? vabbè, lo prendo come un complimento eh … :D
Silvietta ciao!! mi hai fatto pensare che spesso anche a me dicono che la mia enoteca mi somiglia, sobria e ordinata e di gusto un po’ classico…e poi anche in casa se ci pensi la scelta dell’arredamento racconta molto della personalità di chi ci abita. Che bello il lavoro che fai tu, pieno di stile e piccoli dettagli, sono sicura che ti aspettano un sacco di successi, vai così! un bacione !!
A me sembrano buonissime! Sono sicura che se le avessi davanti ne mangerei troppe :)
Ciaoo,
Aiuolik
:-))
Cara uvettina!!
Ho ancora in bocca il sapore del dolcetto di Grillo, per non parlare dei bianchi.. :))))
E ho amato anche io il Furmint sloveno, che vino!
Hasta lunes, querida!
;)
Aiuolik cara, quanto hai ragione… sono solo un ricordo infatti!!
Sandra ciao, qua il lunes diventa un appuntamento fisso :) !! baci
focaccine da fare incetta bellissima l’idea di profumarle con le erbe aromatiche
che carine!! e anche tutte le altre ricette indian style! un abbraccio frettoloso!
Ciao Moscerino, grazie per essere passata, ricambio l’abbraccio!
Gunther grazie! a volte basta poco, vero? ciao!!
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