La bellezza ci salverà
Mag 29th, 2008 by Uvetta
Oggi ci sono un po’ di cose di cui vorrei parlare e cercherò di andare con ordine e senza farla troppo lunga. Partiamo da Torino, e partiamo dicendo che ieri pomeriggio al Teatro Regio in Piazza Castello c’è stata la consueta presentazione del prossimo Salone Internazionale del Gusto. Il Salone, curato da Slow Food con la Regione Piemonte e la Città di Torino, si terrà dal 23 al 27 Ottobre nei padiglioni fieristici del Lingotto con una superficie espositiva ancora più grande degli anni passati, in cui confluiranno anche la terza edizione di Terra Madre e la novità di Mercati della Terra, una rete di mercati dedicati a piccoli produttori in favore di un accorciamento della filiera agricola e della diffusione della cultura del cibo e della convivialità attraverso la cucina e il cibo di strada. Il Salone quest’anno si pone come obiettivo anche e soprattutto quello di limitare il proprio impatto ambientale e attraverso una serie di iniziative e di scelte sui materiali utilizzati e il loro riciclaggio, vorrebbe esportare un nuovo modello di fiera, sostenibile e pulita. Io ieri alla presentazione non ho potuto andarci, ma dai comunicati stampa mi sembra sia stato fatto un bel lavoro, attento alle questioni di fondo della contemporaneità e mi auguro che il messaggio arrivi alla gente nella maniera più corretta. Troppo spesso ho sentito visitatori del Salone non fare altro che preoccuparsi del prezzo esoso del biglietto, del fatto che dentro poi ti devi pagare di nuovo tutti gli assaggini, che c’è troppa gente e fa troppo caldo, delegando ad una sorta di grande abbuffata sensoriale la scoperta e la conoscenza del Gusto, senza spazio per cose come la riflessione, il dialogo, il contatto, senza capire perchè esiste e a cosa serve il Salone del Gusto.
Facciamo un salto fino a Bologna - piccola nota personale: niente da fare, le coincidenze a volte coincidono proprio del tutto- perchè io sono rimasta allibita leggendo di questa bella novità che sarebbe la trattoria automatica. Non è per essere tradizionalisti a tutti i costi, nè per scetticismo, ma a vederla così questa trattoria replicabile in qualsiasi angolo del mondo, asettica, automatizzata, e dove uno per comunicare col mondo può tranquillamente fare dei graffiti sui muri di cartone mentre mangia solo soletto un piatto di tortellini al microonde a disposizione ventiquattrore al giorno, secondo me non fa per niente figo, nè moderno, nè in nessun modo ‘bello’, fa profondamente triste. E’ il contrario della convivialità e della genuinità, che mentre il mondo si muove per recuperare sensazioni autentiche almeno a tavola, insinua nella pausa pranzo la solitudine dell’automa, slega il pasto da qualsiasi significato di gradevolezza conferendogli qualcosa di meccanico e divertente più o meno quanto un videogame, in definitiva mi sembra che distribuisca cibo con lo stesso amore con cui si distribuiscono le sigarette. Via il panino del bar, meglio qualcosa di caldo al JakFox. Mi posso sbagliare ma la questione è da brivido.
Per cui torniamo subito a Torino in Piazza Castello (niente contro Bologna eh, anzi tutt’altro) dove oltre al Teatro Regio c’è quella meraviglia che è Palazzo Madama. La visita di questa vera bellezza mi ha entusiasmata a 360°, sì certo per i contenuti artistici del Museo di Arte Antica che il palazzo ospita, ma soprattutto per gli aspetti architettonici davvero unici, di squisita bellezza e significativi di un prezioso lavoro di restauro e valorizzazione, che dallo scalone dello Juvarra ai saloni con gli arredi e i pavimenti originali, e soprattutto agli scorci che si possono godere sul cuore della città, elargiscono bellezza a piene mani. Consiglio di mettere in calendario una visita, anche subito o almeno entro il 6 luglio prossimo, per l’incredibile valore aggiunto che è la mostra dedicata a Roberto Sambonet designer, grafico, artista, che da libero pensatore a cavallo tra gli anni cinquanta e settanta ha dato vita ad alcune tra le più incisive realizzazioni grafiche non solo publicitarie e come designer ha reinterpretato la bellezza naturale delle cose applicata alla praticità degli oggetti. Di Sambonet conosciamo più o meno tutti il marchio di esclusivi accessori per la cucina e la tavola, dalle posate all’oggettistica in acciaio più raffinata e bella. La mostra comunque esalta soprattutto la sua vita di artista, disegnatore attento, ritrattista, e il suo affascinante studio della luce per la creazione di oggetti d’arte in cristallo dal genio e attualità indiscutibili. Mi sono stupita per il gusto e la linea dei suoi piatti, dei posacenere, dei manifesti di Brera e per la Rinascente, di marchi che avevo visto ma non conoscevo, mi ha impressionato l’angolo dei ritratti dall’ospedale psichiatrico di Juquerì (Brasile), e la collezione di bastoni da passeggio da tutto il mondo. Nel 1957 la sua Pesciera venne esposta al MoMa di New York e lui stesso disse di aver tratto ispirazione dalla natura, non per mera ammirazione della perfezione, ma per stimolo della conoscenza per andare oltre. E’ indiscutibilmente vero che la bellezza ci salverà.
Carissima, mi sarebbe piaciuto partecipare ma impegni precedenti me lo hanno impedito.
Dovrò attendere il Salone ad Ottobre, ma la mostra di Sambonet non me la perdo!
Se ripassi da qui prima del 30/6 fammi un fischio!Vorrei organizzare un pranzo da Nicola (Batavia) tra di noi.. :))
P.s. bellissimi i cucchiaini!
uvettina mia ma che bello leggere questo post..come ti capisco quando vado ad una fiera tra il caldo e la calca di gente mi viene proprio male che quasi non mi godo neanche la visita!
Bellissimi gli articoli Sambonet sono i migliori! E il design è stupendo!
bacione e buona serata!
Silvia
Sandra cara, vengo volentierissimo a pranzo da Nicola con te! (pensa che non ci sono mai stata). Tu organizza che io vedo di esserci :-) A presto!
Silvia, allora parti adesso per Torino o riesci ad aspettare fino a Ottobre? buona serata anche a te, riposati!
tutto bene da te? leggo notizie di pessimo mal tempo in val pellice
Ciao Uvetta, mi é piaciuto molto il tuo racconto. All’ultimo Salone del gusto, mi sono proprio divertita imparando e scoprendo un sacco di cose … come trovo interessantissimo lo studio per l’impatto ambientale e relativi interventi per porvi rimedio. Almeno é un inizio, spero si replichi il modello. Good night!
Ciao Uvina!
Bellissimo post, mi hai fatto scoprire un “artista” di cui non avevo mai sentito parlare e, curiosando sul link, ho trovato cose davvero meravigliose. Nnaggia, mò mi sono innamorata di quei barattolini a cubo.. mi sa che mi tocca comprarli! ;-)
Quest’anno spero di riuscire a fare un salto anche alla fiera del gusto, ci tengo tantissimo!
Un bacione e buon we (uggioso)
Elena, sì qui la pioggia insiste tra una tregua e l’altra. Si vive un senso di lutto collettivo per la famiglia distrutta dalla frana, si sentono le sirene dei Vigili del Fuoco passare continuamente, i ponti sono praticamente tutti presidiati in via cautelativa per cui la viabilità è incerta, i torrenti sono in piena ma rispetto a ieri si sono già abbassati di molto. Pioveva da due settimane ma tanto come ieri mattina io non ho mai visto piovere, nemmeno nell’alluvione del 2000. Ora aspettiamo che migliori il tempo e speriamo che l’emergenza finisca. Un bacione a te
Twostellina ciao, sembra anche a me che la questione dell’impatto ambientale sia una novità interessante, dimostra tra le altre cose che il Salone è ricco di idee e capace di rinnovarsi.
Sere, non dirlo a me che dopo i cucchiaini mi comprerei di tutto! Approfitta delle nozze mia cara per farti fare qualche bel regalino… baci
buongiorno Uvetta,
il tuo post intavola numerosi fronti di discussione molto interessanti. Da dove cominciamo? Da Slowfood. Le iniziative sono lodevoli e interessanti e mi dispiace che la presenza slowfood su Roma sia del tutto marginale, quando nella capitale guadagnerebbe ancor più visibilità verso le istituzioni con tutte le implicazioni conseguenti.
Veniamo poi al fatto che la “massificazione” di eventi sensoriali scivola facilmente nella contraddizione. Il gusto, la qualità, richiedono tempo, spazio, meditazione e questo costa. Da qui la consapevolezza del vero valore della qualità agroalimentare ed enogastronomica legata alla terra e alle tradizioni e guadagnata con gli sforzi - faticosi ed onesti - di molti produttori in gamba. Tutto questo non sarà mai sostituito nè sostituibile da un automa, sicuramente economico e funzionale, ma che di “buono, pulito e giusto” non ha proprio nulla.
Ah, il salone del gusto.. ovviamente ci sarò!
PS: allora da Nicola ci sarai anche tu?! (nemmeno io ci sono mai stata..siamo imperdonabili:))
Nadia - Alte Forchette -
Michelangelo, è sempre un piacere trovarti d’accordo con me e mi conforta il tuo intervento a sottolineare la differenza abissale di intenti tra il JakFox e il Salone del Gusto. Per quanto mi dici di Slowfood non saprei in effetti quanto il movimento sia diffuso e apprezzato nel resto d’Italia, ma ammetto una certa intrinseca fierezza piemontese ben radicata per qualcosa che in fondo è nato qui e qui viene coltivato.
Nadia, davvero anche tu? ma allora ci conosceremo presto!! che bello…
Mi fa piacere avere buone nuove, un caro abbraccio.
ne vedremo delle belle dal buon Nicola!
buon week end care… :)
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