L’appuntamento periodico del giovedì sera con la degustazione in enoteca, ieri aveva un titolo generico “Verso Sud” ma un sottotitolo esplicativo degustazione alla cieca di alcuni vini da Campania e Umbria. Solitamente i vini che assaggiamo sono 3 o al massimo 4 e vengono serviti “alla cieca” appunto, ovvero coperti in modo da non poterli individuare prima dell’assaggio. Questo serve non tanto per poi indovinare il vino (siamo sommelier, mica fattucchiere ndr) ma soprattutto per non farsi condizionare nell’assaggio da elementi quali nome del vino, o dell’azienda, o annata o grado alcolico, ecc, in modo da non avere aspettative nè condizionamenti di alcun tipo, procedendo alla degustazione nella maniera più tecnica e obiettiva possibile. Riflettevo sul fatto -anomalo direi- che specie quando siamo in pochi (ieri sera grandi defezioni per cui eravamo in 5 me compresa) sembriamo un vero team al lavoro, una squadra di specialisti che riprende i libri in mano per esser certa di non aver detto neanche una sola scemata, una banda di appassionati anche un po’ fissatelli ma davvero simpatici, che poi alla fine i vini me li indovinano pure qualche volta, per deduzione però, non per divinazione… :-)
Siamo partiti dal Fiano di Avellino 2007 Dedicato a Marianna, che ci ha mostrato un paglierino dorato e una lucentezza davvero belli, i profumi intensi e abbastanza complessi, erbacei e minerali e poi fruttati, forse un po’ acerbi ma con note già delineate di albicocca, finocchio verde e sale marino. In bocca la freschezza dell’acidità si fa ingombrante, sostenuta da un’altrettanto spiccata sapidità e non sufficientemente bilanciata dalla morbidezza, sintomo di estrema giovinezza e di un equilibrio ancora tutto da raggiungere. Vino adatto per accompagnare pesci un po’ grassi come un salmone al forno, primi piatti di pasta ripiena con ragù bianchi, qualche salume rustico di campagna.
Il secondo vino è stato l’Aglianico Tre Pietre 2001 di Corte Normanna, vino di punta di questa azienda nel Sannio beneventano, da segnalare per l’eccezionale rapporto qualità/prezzo (un grande rosso da lungo invecchiamento abbondantemente al di sotto dei 20 euro). Colore granato dalla trama fittissima, tutt’altro che trasparente e di consistenza importante, al naso si è lasciato scoprire poco a poco, con ottima intensità ed ampiezza interessante, una rassegna di profumi terziari figli di una buona barrique e di una lunga maturazione in bottiglia; dalla speziatura dolce allo sciroppo, passando per il profumo forte di cuoio e balsamico di eucalipto, ha svelato dopo qualche minuto anche un etereo sottile di polvere e frutta sotto spirito, per schiudersi ancora a note di liquirizia e cioccolateria, fino ad un leggero vegetale amarognolo e inconsueto, nient’affatto fruttato nè di confettura. In bocca è ricco, polposo, fresco e tannico di un tannino elegante e ordinato, caldo e morbido, di buon equilibrio e potenza non pesante. Un vino ricco di struttura e al contempo di beva facile e intuitiva, da filetto alla piastra e bistecche saporite, sicuramente ottimo anche con formaggi gustosi, stagionati a pasta dura ed eventualmente pepati. Da bere adesso e riassaggare tra qualche anno, si può permettere ancora una lunga evoluzione in cantina.
Abbiamo terminato con il Montefalco Sagrantino Passito 2004 di Colpetrone, una piccola delizia da cioccolato e da dessert alla frutta rossa, uno di quei gioielli da tenere per quando cucini un dolce un po’ complesso, un cheesecake alle ciliegie, un tortino al cacao con i lamponi, una crema inglese con ribes e fragoline. Già, perchè il colore granato con riflessi rubini e l’ampiezza dei profumi fruttati, sembrano starsene lì apposta ad aspettare quella panna cotta ai mirtilli…così, per uscire in bella coppia. Ampio nella varietà di bacche rosse, dal ribes all’amarena freschi, alla marmellata dolce di more, alla caramella al lampone, vira verso note eteree e appena speziate di solvente e vaniglia, con ricordi di frutta secca e mallo di noce. In bocca è dolce e morbido ma soprattutto tannico, espressione più singolare e significativa del vitigno, di ottima persistenza e buona struttura. Armonico come un brano jazz suonato bene.
Sul tagliere in abbinamento c’erano la robiola condita con sale timo fresco e olio extra vergine ai 3 pepi, i biscotti salati con salvia e sesamo, il pane di campagna con lardo alle erbe, il quadratino di fondente Giraudi alla frutta secca.
Biscotti salati con salvia e sesamo
Ingredienti
140 gr farina00
60 gr farina di riso
1 cucchiaino di lievito istantaneo per salati
una presa di sale, anche due
60 gr di yogurt bianco intero
40 gr di extra vergine
40 gr di ricotta salata
1 tuorlo
1 manciata di foglie di salvia
2 cucchiaini di semi di sesamo
In una terrina unire le farine setacciate e il lievito, salare, poi aggiungere l’olio, lo yogurt, il tuorlo, il sesamo, la salvia tritata e la ricotta grattugiata. Mescolare tutto con una forchetta poi iniziare ad impastare per una decina di minuti, finchè il composto sarà morbido e uniforme, simile ad una brisè ma più elastico. Stenderlo col mattarello all’altezza di circa 1 cm e con un coppapasta piccolo o una tazzina da caffè, tagliare dei dischi fino ad esaurimento dell’impasto (ne vengono circa 24). Posizionare i dischi sulla teglia rivestita di carta da forno, cospargere di semi si sesamo e sale e infornare per un quarto d’ora a 180°. Poi spegnere il forno e lasciarli dentro a raffreddare piano piano.
Sono biscotti piuttosto morbidi, buoni da spalmare o da usare per qualche millefoglie o per un tramezzino fingerfood, facendoli più alti si potrebbero anche aprire e farcire come mini tigelle.
Studia, studia … così ci regali nuove suggestioni e nuovi spunti! Questa volta dalle tue pagine spizzico il dolce, i quadratini di cioccolato alla frutta secca sono veramente invitanti … E poi ho cercato di “stampare” in mente la voglia di cheesecake alle ciliegie (visto il mio blog!) … il vino l’hai già suggerito!
Ciao uvetta!
Buoni e belli questi biscottini…li farò senz’altro…
vedere quella foto con il lardo alle erbe mi hai fatto venire una voglia di comprarlo! Che cibi buoni e deliziosi!
BUON WEEK END!
Carla di lettoemangiato
Buona sera stellina mia!! Ma che bei vini! E che bel taglierino..:-P dai si vede che sono molto interessata al mangiare? :-D
Non so se lo hai mai provato ma ti consiglio ( se ti piacciono i vini del sud) il greco di tufo e il falanghina delle cantine DI MEO ed eccezionale Salgalaluna e Yrnm della Miceli (Sicilia).
Se li provi fammi sapere. Se poi sei interessata ho un paio di bottiglie te le mando volentieri!
Bacio
Silvia
il Sagrantino di Montefalco è davvero un vino dolce notevole, complesso, ampio, mai troppo dolce. Peccato che il prezzo non è dei più abbordabili.
e in questo viaggio verso sud, ti domando che ne pensi del Cesanese del Piglio, vino laziale, rustico e contadino, ma che recenti produzioni di qualità stanno scoprendo un potenziale elevatissimo?
Accidenti, ma quante ne sai?!?! Certo che questi appuntamenti enogastronomici devono essere davvero molto interessanti, poi, per un’esperta enologa come te saranno il non plus ultra, n’est pas?
Nadia - Alte Forchette -
Twostella, conto su di te per il cheesecake alle ciliegie allora!! sei un tesoro :-) … e poi come si dice, un nome una garanzia!!
Carla ciao, ti capisco…ghiottonerie pure! buon weekend anche a te!
Silvia, per carità non mi mandare altre bottiglie che non faccio in tempo ad assaggiare tutto… :-)
Michelangelo, quanto hai ragione sul Sagrantino passito… peccato che sia così caro. Sul Cesanese è da un po’ di anni che se ne parla e lo si aspetta come grande rivelazione, cosa che poi non è mai esplosa veramente (e così molti altri piccoli autoctoni). Personalmente devo averlo assaggiato non più di un paio di volte qualche Vinitaly fa, con l’impressione di un ottimo vino, magari un po’ difficile da proporre in piemonte, a meno di un’ondata modaiola. (sigh…senza un po’ di marketing ’sti enotecari che possono fare?). Forse però se ne produce ancora troppo poco… Sai se esistano anche delle versioni dolci?
Nadia carissima, a me piacciono molto queste serate, però sono quella che sceglie i vini per cui non degusto mai alla cieca… ops, beh però io non sono enologa eh :-)
e dai che sei brava ;-P lo sappiamo!
Sono contenta che hai queste serate così interessanti e che vedo ti piacciono molto :-D
un bacio
oggi piove
uff
nun ne pozzo cchiuù
:-P
Silvia
Come ben sai io di vini non ne capisco assolutamente nulla, ma quei biscottini salati li ho già segnati … posso sbizzarrirmi con tutte le mie nuove erbette :-)) Buona settimana
che meraviglia sti biscottini!!! li provo qs weekend! baciii
Come al solito mi perdo sempre il meglio!
Però quel Montefalco Sagrantino Passito Colpetrone è come se l’avessi assaggiato pure io!
E poi … la frase finale del tuo racconto “armonico come un brano jazz suonato bene” è fantastica!
Non nego che ci sei mancato alla degustazione! la prossima volta mi aspetto la prenotazione a nome DWT05 :-)
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