Londra anch’io
Mag 1st, 2008 by Uvetta
Da liceale tutte le estati sognavo che sarei andata in Inghilterra per una vacanza studio, di quelle che più o meno tutti gli studenti fanno a quell’età. La famiglia che ti ospita alla pari, il corso di Inglese da seguire per qualche settimana e che di certo avrebbe significato la svolta nella proprietà di linguaggio e nella pronuncia, ascoltare la lingua parlata dalla gente in treno, da altri studenti per la strada, nei locali e nei negozi, e soprattutto la libertà dalla famiglia e una grande capitale da vedere e da vivere, con la sua misteriosa atmosfera da assaporare e altri giovani da mezzo mondo da incontare. Ma la vacanza studio non è mai arrivata, lasciamo perdere i perchè e i per come, e non solo ma in tutti gli anni che sono passati dopo l’esame di maturità non ero cumunque mai riuscita a visitare Londra nè nessun altro angolo di Inghilterra, fino alla settimana scorsa.
Arrivarci dunque mi ha fatto un certo effetto. La caotica stazione di Victoria crocevia in cui si intrecciano metro e linea ferroviaria, le poche fermate per arrivare in hotel, e poi il tuffo immediato nelle vie di Notting Hill fino a Portobello Road, e il pomeriggio davvero singolare e molto british allo stadio per vedere la partita di Premiere League, la cena in uno straordinariamente affollato pub di Covent Garden- e ad un orario che per me al massimo poteva essere merenda :-) E poi la luce della sera su Westminster e sul London Eye, il Big Ben e il Tamigi lento, il cambio della guardia di fronte a Buckingam Place, e i giardini di Kensington, i quadri di Van Gogh alla National Gallery e Trafalgar Square mentre smette di piovere, Piccadilly e Regent’s Street, e Soho tutto d’un fiato, il Tower Bridge e l’ultimissimo treno della sera. Tutto profondamente diverso da come lo avevo immaginato, da quello che avevo letto, tutto bello e forte e mai banale o anonimo ma in qualche modo estremo, con le facce della gente sulla metro a dire tutto, a dire che faccia ha Londra, la faccia troppo truccata delle ragazze bionde, l’acqua e sapone di giovani lentigginose, la faccia pallida di signori in giacca e cravatta e all stars, la faccia sorridente delle donne indiane giovani e le vecchie con occhi scuri e rughe lontane, i ragazzi in maglietta e infradito, il cappotto dei turisti francesi, le facce da italiani, gli orecchini più vistosi e gli abiti più eccentrici, le madri e figlie uguali identiche, le scarpe aperte con le calze spesse, le gonne corte sulle cosce grosse, le auricolari dell’i-pod a penzoloni dai colletti, le borse da pc e le valigie, i tatuaggi e i figli inglesi degli immigrati, le orientali grasse, le coppie di studenti giovani quasi bambini, l’odore della birra su di un numero incredibile di donne e di uomini, qualche donna veramente bella e qualche uomo veramente impeccabile.
Londra mi ha fatto tornare a quella ragazzina che ero io, e domandarmi con che occhi l’avrei vista allora Londra, come avrei visto i monumenti e le vie, i ponti e la gente, i negozi alla moda e i locali affollati, le contraddizioni dei palazzi storici affiancati da quelli bellamente avveniristici, come mi sarei sentita piccola e smarrita nel reticolo della metro, e l’aggressione degli odori nauseabondi di fritto e di cucina che a folate invadono le strade, cosa avrei pensato allora per esempio del chutney e di Hyde Park. E penso a tutto e a me stessa da un altro punto di vista.
downtown
Harlem Cafè
78 Westbourne Grove - tra Notting Hill e Bayswater
blueberry pancakes con bacon&scrambled eggs
tomato juice e bagel con salmone e formaggio
intorno a Borough Market
Whittard in Carnaby Street
in giro in Hyde Park
etc. etc.
Ohi ohi che dolor…vedere la mia città ..mi manca così tanto che mi viene da piangere. Ci saranno anche tante cose che non vanno e tante lacune (come ovunque) ma per me è sempre stata casa mia, prima ancora della mia città natale. Meno male che hai trovato anche bel tempo. ..Ti giuro che mi manca anche quella stupida pioggerellina assurda che tutti i giorni a orari diversi veniva a rompermi le scatole. Sopratutto con le borse della spesa e niente mani libere per l’ombrello!! :-) che ricordi. Sono contenta per te …e che belli quei pancakes e quel bagel :-P.
Silvia
Noi ci andremo a fine mese :-)
Silvia, credevo che la pioggerella improvvisa fosse solo per i turisti…
:-)
Aiuolik, bene! poi allora ci racconterai il vostro viaggio. Ciao!!
Io invece sono stata a Londra a 18 anni e poi mai più e leggendo il tuo racconto mi chiedevo, al contrario di te, come vedrei invece oggi tutti quei posti. Devo decidermi a tornarci prima o poi! Hai provato il rabarbaro da qualche parte? Splendide foto, grazie per averci fatto passeggiare insieme a te. Buon WE
Alex, il rabarbaro non l’ho comprato perchè avrei dovuto portarmelo a spasso tutto il giorno e poi nel bagaglio a mano il giorno dopo, insomma sarebbe andato sprecato quasi di sicuro. Conto di scovarlo prima o poi anche a Porta Palazzo :-) Londra è forte e gentile e credo meriti di tornarci molte volte. Buon fine settimana anche a te cara, ciao ciao!
ma sì, neanch’io ho fatto viaggi-studio, ma adesso quasi mi dico che è meglio così: quando si è più “adulti” si riescono ad apprezzare più sfumature di una grande città come questa ;-) non sono mai stata a londra ancora… spero di farlo presto! grazie per questo bellissimo post :)
Ciao! Bentornata.
che bel post hai scritto, sono le stesse impressioni che ho io quando ci vado, hai saputo cogliere perfettamente l’anima di London con gli occhi di una italiana. Il mio Amato adesso e’ li’ e per i prossimi due mesi e chissa’ se avro’ tempo per poter fare un saltino,altrimenti dovro’ aspettare settembre. A volte mi manca quella citta’..n l’avrei mai creduto.
P.s. Ho visto che sei andata da Neil..ti son piaciuti i formaggi? Beh inutile dire che i nostri sono i migliori al mondo”))
un bacione sciopina
Sapina, quanto hai ragione, ci sono cose che a vent’anni non si sanno apprezzare! io ho già un po’ di voglia di tornarci… :-) e penso proprio che quando ci andrai piacerà molto anche a te.
Sciopy ciao! non sono ancora passata da te a vedere come va in Cile… ora vado! da Neal’s un posto incredibile, avrei comprato di tutto, dal burro allo yogurt ad almeno dieci tipi di formaggi, per non parlare dei vari vasetti di chutney di tutto. Così ho tagliato la testa al toro e non ho preso nulla. La prossima volta -chissà quando- mi ci fermo una settimana, a Londra intendo eh, non da Neal :-) Spero che anche tu ci possa andare presto così rivedi il tuo darling…
Beh Silvanuccia io che ti posso dire di Londra? Ci sono stata a 23 anni e l’ho subito amata sin da quando misi piede nella metro dall’aereoporto di Heathrow! Tutto il mondo, tutte le culture ed etnie mi erano davanti. Sapevo che ero nel posto giusto per me! E’ il posto dove mi sono sentita indipendente e libera da ogni concetto e costrizione sociale. Sono cresciuta ed ho imparato che anche io sono una persona forte. Ho imparato tantissime cose sulla conve¡ivenza ed il rispetto per gli altri. Potrei farti un elenco infinito di cose e sensazioni, ma lascio stare per non occupare troppo spazio :P. Una cosa pero’ te la devo dire: ho trovato anche l’amore a Londra. Ci ritorno spesso ed ogni volta e’ un’emozione grande. E’ stao bello “rivedere con te” molti posti a me familiari. Grazie!
Un abbraccio,
daniela
Daniela, basta una sola delle tue frasi a significare tutto : ” Sono cresciuta ed ho imparato che anche io sono una persona forte”
Ricambio l’abbraccio e ora passo da te.
[…] Uvetta, che da poco ha cambiato piattaforma per il blog, è stata a Londra, dalla quale è tornata con delle foto decisamente simpatiche! […]
[…] Due premesse. Non sono una gran consumatrice, nè tantomeno intenditrice di tè, anche se trovo che il rito del tea time pomeridiano abbia in sè qualcosa di estremamente affascinante, dal tepore conviviale, alle chiacchiere confidenziali, all’appagamento che un break goloso e rituale può dare, specialmente nelle giornate fredde e autunnali come queste. Secondo, mentre cercavo tutt’altro ho pescato questa ricetta tra le pagine dedicate all’Olanda su un librone bellissimo che si intitola ‘Europe à la carte’ e che compie un viaggio piuttosto esauriente tra le cucine tradizionali europee. Solo che io in Olanda non ci sono mai stata per cui non so se il risultato della ricetta sia alla fin fine quel che un olandese si aspetterebbe, ecco. Posso dire che nutrivo qualche sospetto per via della totale assenza di burro o altri grassi e sulla quantità davvero scarsa di lievito, eppure alla fine la ricetta è riuscita proprio come me l’ero immaginata dalla foto, un dolce non troppo dolce, di consistenza soda, perfetto da spalmare con burro o creme fraiche o, come suggerito nel librone, da guarnire con sciroppo di zucchero e caramello. Tutto ciò per onorare la bellissima e raffinata raccolta di Twostella sul tè del pomeriggio. Con tanto di very flavoured ‘Amaretto explosion’ tea di Whittard, aromaticissimo e un po’ dolce, e tisaniera altrettanto british, souvenir di Londra. […]
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